lunedì 10 marzo 2014

QUEL POTERE D’ ACQUISTO CHE CI VIENE NEGATO


E’ stato reso noto oggi che gli italiani spendono come 30 anni fa, più uova sulle nostre tavole. La crisi ha portato le famiglie ad attuare una propria spending review tra le mura domestiche, costringendoci ad effettuare una scelta tra ciò che è necessario e ciò che è solo accessorio. Riprendendo ciò che viene riportato: “la situazione si è aggravata nel 2013 quando si è verificato il crollo della spesa, gli italiani hanno tagliato del 20% l’ acquisto del pesce fresco, del 9% la pasta, dell’ 8% il latte, del 6% l’ olio extra vergine, del 3% l’ ortofrutta, del 2% la carne”.
La colpa di questo comportamento è da additare a chi non ha effettuato i controlli 13 anni fa, quando si è verificato il passaggio dalla lira all’ euro. I primi beni che hanno subito un aumento dei prezzi sono stati pane, latte e caffè. La diminuzione del potere d’ acquisto degli stipendi inoltre è derivato dal fatto che i prezzi sono aumentati, ma gli stipendi no. Ragionando in termini di lire, gli stipendi odierni di 800 – 900, anche 1000€, corrispondono al milione e sei – otto, anche due, con cui parafrasando “eri un signore”! Ora a mala pena si arriva a fine mese, i giovani non riescono a spiccare il volo dal nido non potendo permettersi di pagare un affitto o tanto meno la rata di un mutuo. Il modo per far circolare più moneta, sarebbe quello di ridare alle famiglie il potere d’ acquisto che gli è stato sottratto con il passaggio all’ euro. Più possibilità d’ acquisto, più moneta circolante, uguale ripresa dell’ economia. Come? Effettuando i controlli che ci sarebbero dovuti essere a monte. Su Youtube circola un video girato da un italiano in un supermercato tedesco. Nel video vengono messi a confronto i prezzi di alcuni prodotti presenti anche sui nostri banchi, e la differenza con alcuni è abissale. Potete prenderne visione all’ indirizzo http://youtu.be/EY0iQ46MCFQ
La soluzione sarebbe quella di azzerare tutto, compresa la classe politica, e ricominciare da capo, con serietà e onestà.




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