giovedì 5 marzo 2015

GOVERNO CHE VAI, SCUOLA CHE TROVI!

Non esiste uno, un solo governo che non abbia messo in campo la propria riforma scolastica. La scuola, si sa, è il ‘centro nevralgico’ di ogni Paese, luogo di partenza per coltivare le menti brillanti. Peccato che non tutte le scuole abbiano un corpo docente preparato e al passo con i tempi (visto che molti istituti si basano sul concetto finanziario anziché qualitativo). In ogni caso, anche il governo Renzi, insieme al ministro Giannini, ha messo sul banco la sua proposta di scuola. Tra i vari punti affrontati, ci sono l’edilizia scolastica, assunzioni di 120 mila precari più 60 mila dopo il ‘nuovo’ concorso, gli insegnanti devono proseguire la loro formazione. Ce n’è anche per gli alunni: curriculum dello studente, dove gli alunni potranno scegliere, in alcuni istituti superiori, delle ore opzionali a seconda di ciò che vorranno diventare; classi più etniche, più attenzioni ad arte e lingue straniere. Ci saranno anche detrazioni per chi sceglie la paritaria!
La domanda sorge spontanea: come pensa il governo di sistemare tutti questi precari se prima non decide di mandare in pensione la vecchia classe lavorativa? Siamo in un paese dove chi vuole lavorare è a spasso e chi invece è stanco e vorrebbe fermarsi lavora. Le proposte sono interessanti, quasi oniriche, ma ormai la gente non crede più. La “marmotta che confeziona la cioccolata” è uno strumento dolce e carino, ma pochi, purtroppo, credono nella sua esistenza finché non la vedono.

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