lunedì 30 marzo 2015

SE ALLA SAPIENZA IL DIRETTORE È IMPUTATO E NON LAUREATO

Oggi ricoprire un ruolo di prestigio senza lo straccio di un titolo e comprovate capacità, sembra essere ormai una moda ampiamente diffusa. E anche alla Sapienza di Roma, dopo lo scandalo dei cadaveri nei corridoi di medicina legale e lezioni di gestione dello stress tenute da Schettino, l’Università non poteva farsi di certo mancare un direttore non laureato. Dopo rettori che hanno inserito mogli, figli, nipoti, ecc., ecco a voi il direttore Carlo Musto D’Amore, geometra 67enne che da 14 anni oltre a gestire il primo ateneo romano, porta a casa la bellezza di 200mila euro l’anno. Ah, per la cronaca, non è laureato. Dal 2001 si sono avvicendati presidi e rettori ma l’intoccabile troneggia ancora, gestendo un bilancio di oltre un miliardo di euro annui. Il rinnovo del suo contratto, quadriennale, risale al 2013, nonostante un processo ancora in corso per abuso di ufficio, assolto in primo grado.
Come ha fatto un geometra, nel 1989, a vincere un concorso nazionale per dirigenti universitari senza essere in possesso di una laurea? Semplice, in Italia basta essere figlio di, amico di, nipote di, e il posto di lavoro si trova in un batter d’occhio. Gli scemi, infatti, sono quelli che per anni studiano, quelle famiglie che pagano le tasse per dare un avvenire migliore ai propri figli. Anzi, più non sei nessuno e più ricavi. Cosa vogliamo dire della nomina di Musto D’Amore come Ufficiale della Repubblica? O del fatto che la figlia, 22enne non laureata, abbia vinto un concorso alla seconda Università di Napoli, e poi chiamata nel 2009 alla Sapienza come impiegata? I giornali ne parlano, ma nessuno, anche se in grado di fare qualcosa, sembra voglia porre rimedio a questa situazione che da anni si trascina inesorabile. Il nuovo rettore Gaudio, forse, potrebbe aggiustare le cose? No, a quanto pare rettore e direttore sono “legatissimi”. 

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