lunedì 23 marzo 2015

TRE MESI DI VACANZA DA SCUOLA SONO TROPPI?

Dalle ferie dei magistrati a quelle degli studenti. Prima Renzi, oggi Poletti. E' il ministro del Lavoro che oggi critica il calendario scolastico italiano. "Un mese di vacanza va bene. Ma non c'è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione - suggerisce Poletti -. La discussione va affrontata. I miei figli d'estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali, non sono speciali". Secondo il ministro occorre cominciare a pensare che una relazione con il lavoro "è una cosa che vale la pena di fare". Un modo anche, spiega, "per garantire una formazione. Anche noi genitori, la società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro e le giovani generazioni. Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo - ribadisce - ma non c'è un obbligo di farne tre". Insomma, non c'è il rischio di distruggere un ragazzino se invece "di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro". Non proprio una novità quella annunciata da Poletti. Ci provò anche il governo Monti a toccare il tasto della riduzione delle vacanze agli studenti, ma senza successo, anzi con un finale dietrofront.
Era il tempo in cui la Lista Monti stava lavorando alla bozza di riforma del mercato del lavoro che, tra le altre cose, prevedeva anche una revisione del calendario scolastico in moto da ridurre a un mese il periodo di vacanze estive. L’idea era quella di favorire le “attività sportive, di recupero, alternative e per la comunità” che possono trovare “più spazio se la scuola rimane aperta per undici mesi l’anno, incoraggiando ogni istituto a essere autonomo nella scelta dell’impiego per il tempo supplementare”, era scritto nella bozza di riforma. Ma la proposta durò ben poco: all’altolà dei sindacati della scuola, l’idea montiana finì in archivio.

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