mercoledì 6 maggio 2015

EUROPARLAMENTARI COSTRETTI A CAMMINARE SU UN TAPPETO DI MORTI

La vergogna ha bussato alla porta del Parlamento europeo, lo scorso 29 aprile. È entrata e ha adagiato, lungo il corridoio, un tappeto esteso per più di cento metri. È la lista delle 17306 persone morte nel tentativo di raggiungere l'Europa dal 1990 al 2012. Il 29 aprile si è, infatti, riunito l'Europarlamento in seduta plenaria. All'ordine del giorno, le decisioni prese nel Consiglio straordinario europeo tenutosi il 23 aprile. All'indomani dell'ennesima tragedia a largo delle coste mediterranee, dove più di 900 persone hanno visto il loro sogno di una vita migliore, di salvezza da guerre e persecuzioni, affondare e frantumarsi sui fondali del Mediterraneo. Gli euro-deputati sono stati chiamati a osservare attentamente, a camminare su quel tappeto di morte, su quella lista immensa a cui sono state poi aggiunte delle impronte di mani dipinte, per simboleggiare le oltre 6000 vite annegate nel solo 2013 e le 1700 persone morte dall'inizio del 2015. Ognuno di loro è stato costretto a camminare sui nomi di coloro che hanno perso la vita per arrivare in terra d'Europa: il continente dei popoli, del tanto millantato multiculturalismo, delle lingue, dei viaggi, dell'internazionalità, della civiltà.
Al termine della commissione plenaria, è stata varata una decisione, ovviamente non vincolante per quanto compete a questa istituzione, che invita gli stati europei ad accogliere un certo numero di migranti richiedenti asilo. Chiedendo alla Commissione europea di fissare una quota per ogni singolo paese membro.Non si sa, ad oggi, a che punto siano le trattative a riguardo e se gli stati accoglieranno questa richiesta. Si sa solo che le partenze, i salvataggi, gli annegamenti nel Mediterraneo continuano. Solo tra sabato e domenica, a largo della Libia, altre 6800 vite sono state soccorse dalla Marina italiana. Sono in viaggio in queste ore per Lampedusa e altri centri d'accoglienza della Calabria. 

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